"IL SOGNO E' REALTA': IL CAMPETTO VOLA IN SERIE D!"

Ancona

- Tripudio dé Il Campetto:

battendo la Fortitudo Castelfidardo a domicilio la formazione

anconetana ha ottenuto, quando mancano

ancora 3 giornate alla fine della regular season, la matematica

certezza di vincere il campionato. Dalla Promozione alla serie D,

dunque, un salto di categoria ottenuto alla prima stagione sotto la

guida di coach David Luconi  per un successo che riempie di

soddisfazione staff tecnico, giocatori e dirigenti della società

dilettantistica dorica.

-

Coach  Luconi, il sogno è realtà: siete in serie D… cosa provi in

questo momento?

“Sono

felicissimo. Abbiamo vinto un torneo di Promozione che diranno vale

poco ma... per noi rappresenta il massimo visto che è stato ottenuto

al termine di una cavalcata trionfale. Quando ci siamo trovati il 30

agosto scorso sapevamo che avremmo potuto fare bene ma mettere

assieme esperienza diverse e tanta qualità non era facile; tutto è

andato al meglio perché i ragazzi sono stati encomiabili e molto

intelligenti capendo presto cosa bisognava fare per vincere”.

-

Ossia?

“Difendere

fortissimo e scegliere le soluzioni offensive migliori! In particolar

modo, lasciare libero ”Piersi” Montanari di sprigionare tutto il

suo talento offensivo che, a questo livello è, giustappunto di

categoria superiore. Nessuna invidia all’interno del gruppo ma, al

contrario, la consapevolezza che se tutti avessero remato dalla

stessa parte… avremo potuto fare molta strada”.

-

Quando ha capito che potevate chiudere la stagione al primo posto?

“Dopo

la vittoria interna con l’Evergreen Fabriano quando strapazzammo la

squadra fabrianese nello scontro diretto; tante, comunque, sono state

le occasioni nelle quali la squadra ha dimostrato unione d’intenti:

la sera di Osimo Stazione quando strappammo la vittoria solo al

supplementare, oppure in casa contro la Dinamo Ancona quando,

giocando non bene, portammo a casa 2 punti importanti. Voglio

ricordare anche la gara contro l’Adriatico all’esordio quando

scendemmo in campo senza Montanari e Cacciari, che (anche a causa

delle pessime condizioni fisiche che hanno travagliato la stagione di

un encomiabile Quercetti, ndr) prima d’infortunarsi era il

playmaker titolare, oppure a Polverigi quando in formazione

rimaneggiata facemmo emergere le qualità tecniche, tattiche e

fisiche di altri protagonisti del roster”.

A chi

dedichi questo successo?

“In

primis a Simona, la mia compagna, che mi supporta (e sopporta!)

consapevole di quanto conti per me la pallacanestro; poi alla mia

famiglia con la quale sfogo giornalmente le mie ansie "da

coach." Chiaramente voglio abbracciare simbolicamente tutti

quelli che hanno creduto in me ad inizio stagione: al momento di

costruire la squadra non sapevamo se tutto sarebbe andato bene. Era

metà luglio, partimmo per questo fantastico viaggio: Montanari,

Trovamala, Gherardi e la società Il Campetto con i vari giocatori

storici Pieralisi, Ciarrocchi, Cacciari, Domogrossi e Filippetti…

capirono che si poteva fare bene e accettarono di far parte di questa

squadra. Poi sono arrivati Rinaldi, Quercetti, Ganci e i giovani

Paolinelli e Pignatiello ed, infine, Andreoni che ha rappresentato

l’innesto di qualità decisivo. A tutti loro e anche a tutti quelli

che non ho citato... grazie di cuore!”.

-

Qualche  sassolino nella scarpa da togliere?

“Sicuramente

la scorsa estate ho sofferto molto per come sono stato trattato dalla

mia società precedente… tanto che l’idea di venire al Campetto

nacque improvvisamente in una calda sera d’estate dopo l’ennesimo

fallito confronto con i miei vecchi dirigenti. Penso d'aver

dimostrato competenza minima, professionalità e serietà; questo per

me… basta e avanza”.

-

Domanda di rito: rimarrai alla guida del Campetto?

“Perché

non dovrei? Non credo arriveranno offerta di categoria superiore per

cui… mi sono trovato molto bene qui anche se, per affrontare la

serie D, servirà organizzarci al meglio sia dal punto di vista

dirigenziale che tecnico. Consideriamo che quanto fatto quest’anno

non può bastare, dovremmo allenarci di più e inserire almeno un

paio di giocatori validi sotto ogni aspetto sia tecnico, che fisico

che umano. Premettendo che un gruppo meraviglioso sotto ogni aspetto

come questo... merita il massimo rispetto”.